LA
REPUBBLICA DELL'IMMAGINAZIONE
AZAR
NAFISI
ADELPHI
2015
Traduzione:
Mariagrazia Gini
Illustrazioni:
Peter Sís
Questa
autrice è stata consigliata dal responsabile della libreria per ragazzi e non
solo, “Il libro con gli stivali”, di Mestre, che ha fatto della narrazione il
centro del proprio lavoro, attraverso il negozio di libri, attività di
formazione e di promozione della lettura, e la casa editrice.
Azar
Nafisi (l'autrice, fra l’altro, di ” Leggere Lolita a Teheran”) parte dalla sua
recente esperienza, quella di essere diventata cittadina americana. Ci racconta
la storia del nuovo continente attraverso tre grandi classici della letteratura
che, più di tutti, racchiudono la sostanza dell’americanità: “Huckleberry Finn”
di Mark Twain,” Babbitt” di Sinclair Lewis e “Il cuore è un cacciatore
solitario”, di Carson McCullers.
L’autrice
esamina queste opere, intrecciando la storia del popolo americano con i ricordi
legati a Teheran, sua città natale, e con il nuovo status di “cittadina
americana”, lasciandosi alle spalle un esilio lungo e penoso. E’ un inno alla
letteratura, in cui si affrontano contrastanti tematiche come la guerra, la
morte di un’amica cara, le lotte per la democrazia in Iran, il senso
dell’insegnamento, l’educazione appassionata alle
parole
e alle idee. La letteratura è lo specchio del mondo, è la chiave di apertura
della libertà dell’uomo, è lo stato di salute di un paese e del suo popolo.
Nelle democrazie, le parole costruiscono ponti con il mondo che ci circonda con
la nostra stessa identità. Huckleberry Finn di Mark Twain, diventa un
personaggio simbolo della “scelta morale che viene da un cuore intatto, e da
una continua messa in discussione del mondo e di se
stessi.”
In
Babbit di Lewis Sinclair (premio Nobel per la letteratura nel 1930) Azar indica
nel sistema scolastico americano il pericolo della perdita della potenza
creativa, dovuta alla tecnica di troppi educatori opportunisti orientati
innanzitutto al business. “…Sembra che
Lewis avesse ritratto alla perfezione la nostra epoca vuota ma piena di
oggetti; era come se i personaggi creati quasi un secolo fa facessero il verso
e gongolassero perché eravamo diventati i loro veri discendenti” Il cuore è
un cacciatore solitario di C. McCullers è una magnifica sintonia di assoli,
l’autrice parla della narrativa del sud come di un genere a sé, dove il sole
brucia, dove i diversi sono coloro che sognano di emanciparsi dalla loro
condizione sociale, dalla loro prigione personale, dai propri limiti. Sullo
sfondo, la questione dell’apartheid e le lotte di classe, la religione, l’amore
e il popolo schiacciato tra contraddizioni lampanti.“Il mondo dei personaggi di
McCullers è opposto, in sé, a quello di Babbit e dei suoi amici, ma nella
storia dell’America e della letteratura americana c’è stata una battaglia
continua fra le due mentalità. Possiamo permetterci di lasciar vincere Babbit?”
E’ un romanzo/saggio molto bello e affascinante, a volte ci si perde nei
dettagli e non sempre si riesce a seguire il filo del discorso. Comunque quello
che pare emergere è che la crisi che ci coinvolge tutti non è limitata alla
sfera politica o economica, è legata a una visione d’insieme che ha reso
pressappoco, ciechi tutti quelli che hanno abbandonato la propria
immaginazione.
Ultima
nota di rilievo la bellezza delle illustrazioni di Peter Sis che danno una
veste singolare all’opera.
Rita