29 maggio 2022

Approfondimento Daniele Del Giudice


Il libro del mese di aprile, Atlante Occidentale di Daniele del Giudice, ci ha fatto conoscere un autore molto interessante che è stata una rivelazione per alcuni e una conferma per altri. Alcuni di noi non hanno resistito alla tentazione di andare oltre a quell'Atlante e leggere altri libri e altre sue testimonianze.

Raccogliamo con piacere quella di Patrizia

"Staccando l'ombra da terra"

Ogni racconto di quest'opera  diventa territorio circoscritto di una particolare esperienza di volo in un  crescendo continuo tra tempo passato e tempo presente. Il libro è un viaggio a ritroso  nell'infanzia dell'autore quando ha origine il suo interesse per "le Cose", la sua predisposizione  per la meccanica degli oggetti e la passione per il volo. Un ritorno anche ai tempi  eroici degli aerosiluranti e degli aviatori della seconda guerra mondiale quando dalla conoscenza del pilota dipendevano gli esiti delle missioni aeree e i destini degli uomini.

Se uno dei nodi centrali di tutta l'opera di Del Giudice è il rapporto dell'uomo con le cose che lo circondano anche le emozioni che in questo rapporto nascono, giocano un ruolo non secondario. Tecnica e sentimento dunque apparentemente inconciliabili si fondono in un legame intenso che si fa letteratura.  L'autore,  raccontandoci il suo desiderio infantile di essere un aeroplano, non tralascia quel "sentimento di responsabilità" che la cosa-aeroplano sente nei confronti degli esseri umani che trasporta. Anche nelle azioni aeree della Regia Aeronautica  descritte nel dettaglio, l'autore non dimentica di raccontare gli uomini e il loro voler essere gruppo, equipaggio con uno spirito antidivistico che era "la loro misura sentimentale".

Un passato quindi in cui le vicende dei piloti  generavano un' energia che mischiava insieme capacità tecnica, paura, euforia, senso del dovere, ma è nel presente che l'autore guarda quando si chiede quale significato abbia oggi,  nell'epoca dell'elettronica e dell'automatismo  "diventare piloti" e che senso abbia la conoscenza del pilota.

Sembra che qui la risposta rimanga sospesa, nascosta tra le righe, nel passaggio sottile che va dall'esperienza del volo all'esperienza della vita. I bei racconti "Fino al punto di rugiada" e "Manovre di volo" aprono a prospettive più intime e personali.  Volo e Vita messi a confronto dunque tra similitudini e differenze. E così:

"Ti perdesti una mattina in volo come ci si  perde nella vita...scivolando a poco a poco nel non trovarsi più..."

Anche il linguaggio  usato, importato dalla tecnica e dai manuali si arricchisce  di nuovi significati e nuove percezioni, facendosi più poetico e forse a tratti intimista quando il volo diventa viaggio interiore nel mondo dei sentimenti.