15 febbraio 2021

Libro del mese di gennaio 2021 -Il Ritorno. Padri, figli e la terra fra di loro _ Hisham Matar


 IL RITORNO_PADRI, FIGLI E LA TERRA FRA DI LORO

HISHAM MATAR

EINAUDI _ 2017

Traduzione: Anna Nadotti

"Il ritorno. Padri, figli e la terra fa di loro" è uno dei libri consigliati dal GdL in Veneto e più precisamente da Anna Nadotti, traduttrice e scrittrice italiana. Abbiamo raccolto il suo suggerimento e ci siamo confrontati su questa storia che  racconta la vita dell'autore strettamente legata alla ricerca della verità sulla scomparsa del padre. Quello che subito ci colpisce è che non si tratta né di un reportage giornalistico né di una vera autobiografia, ma di un racconto storico, reso  con dei tratti poetici che rendono la prosa elegante e piacevole. 

"La terra in questo paese è come un calamaio. Macchia ogni piede scalzo, ogni pneumatico e tronco d'albero di un marrone rossiccio. Tutto il resto è di un verde lussureggiante. Il cielo è vicino e luminoso. Il sole sembra quasi di udirlo"

Siamo in Libia e la storia è quella del padre di Hisham, intellettuale e attivista oppositore del regime di Gheddafi perseguitato e imprigionato dal regime  del quale si perdono le tracce. La ricerca della verità da parte del figlio è l'occasione per raccontare la storia passata e recente della Libia e della sua dittatura.

Il libro ha incontrato i giudizi positivi di tutti i partecipanti, molto apprezzata l'analisi introspettiva dei personaggi, la necessità, l'urgenza di trovare la verità, la ricerca quasi ossessiva di un corpo su cui piangere. 

"l corpo di mio padre non c’è più, ma il suo posto è ancora qui ed è occupato da qualcosa che non può essere chiamato semplicemente ricordo. È vivo ed è presente qui, ora"

Abbiamo approfondito questo concetto antico come il mondo che rende così importanti e affascinanti i luoghi cimiteriali, il culto dei morti, la cura nel prepararli, l'ultimo saluto, quasi che senza separazione dal corpo, questo rimanesse sempre parte di chi vive il lutto. Il richiamo al fenomeno dei desaperacidos dell'America latina è immediato. L'angoscia unita alla speranza crea uno stato di tensione costante che accomuna migliaia di famiglie in attesa di una certezza che sciolga in pianto il timore quotidiano. 

Le parti più faticose appartengono alle descrizioni delle torture e delle violenze perpetrate per anni nelle carceri ai prigionieri politici. E' in queste descrizioni però che si delinea l'affetto e l'ammirazione del figlio per il padre, un uomo valoroso, impegnato, con una profonda cultura e dai valori molto radicati. Un uomo che legge, scrive, recita a memoria versi per intrattenere ospiti prima, e compagni di prigionia dopo. Ancora una volta si declina l'importanza della scrittura come strumento di salvezza. 

Una delle critiche sulle quali abbiamo indagato è la quasi totale assenza delle figure femminili, o forse la loro scarsa consistenza. Appaiono sullo sfondo la madre e la moglie dello scrittore ma restano figure di contorno, di supporto, di vicinanza. Sembrerebbe non sia concesso alla donna il ruolo della protagonista nella storia di questo come di molti altri paesi, quando invece il loro coraggio, la forza, la difesa di idee e di valori hanno caratterizzato importantissimi episodi storico politici. Abbiamo tentato di giustificare questa scelta dell'autore, già evidente nel titolo, riflettendo sullo scopo del romanzo che non è quello di raccontare la storia del paese quanto piuttosto il rapporto esclusivo ed unico di due uomini un padre e un figlio e del legame indissolubile che si crea fra di loro tanto da rendere quasi incomunicabile il dolore e di rendere l'assenza una eterna presenza.

Una parte della discussione poi si è tenuta sul resoconto delle vicende storiche, qualcuno di noi reputa che l'argomento non sia stato così indagato e approfondito, molti degli episodi della storia della Libia di quegli anni (comprese le azioni italiane) forse non sono stati denunciati come si sarebbe dovuto, le efferatezze e le ingiustizie subite da migliaia di persone, i sacrifici in nome di valori politici e religiosi forse andavano descritti in modo più preciso. Ma è proprio la natura di questo romanzo che si sviluppa su piani diversi: storia, psicologia e giallo, a tratteggiare il minimo indispensabile lo sfondo politico su cui le vite prendono forma.

Nella discussione hanno trovato spazio come sempre riferimenti ad altri romanzi

"Le cose che non ho detto" di Azar Nafisi 

"Congo Inc. Il testamento di Bismarck" di Koli Jean Bofane

"I miei piccoli dispiaceri" di Miriam Towes

Per un ulteriore approfondimento sull'autore il link sul Festival Dedica di Pordenone 2020 che lo ha celebrato.

http://www.dedicafestival.it/2020/it/calendario-festival-2020-novembre

E come sempre un tocco di eleganza e gusto con i disegni di Oreste #disegnaresuilibri












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