Titolo: Pensa il risveglio
Autore: Alessandro Cinquegrani
Editore: Terrarossa Edizioni
Anno 2021
C'è un desiderio che accomuna ogni lettore ed è avere seduto davanti a sé l'autore del libro che ha letto, l'unico ad avere la certezza del contenuto e l'unico che può sciogliere dubbi e interpretazioni soggettive. Quando questo accade, il libro si prepara ad avere un destino diverso, non sarà condannato ad un posto qualsiasi nell'elenco dei libri letti ma avrà un ruolo e uno spazio più vivo, forse, perché tra quelle pagine sono stati proiettati il volto, le mani e gli occhi di chi l'ha creato. Quindi prima di addentrarci nell'analisi del testo letto in questo mese di novembre, e suggerito dal nostro conduttore Oreste, un ringraziamento di cuore va ad Alessandro Cinquegrani che ci ha regalato la sua presenza e con il quale si sono intrecciate considerazioni, riflessioni, valutazioni e confessioni sull'opera e sul segno che questa ha lasciato nelle nostre menti.
Riuniti nell'ambiente suggestivo della Casa con l'Arco e allietati dallo scoppiettio del fuoco siamo partiti dal disorientamento provocato dalla lettura di un testo che si presenta fin da subito complesso e articolato in piani e tempi diversi. Alla sensazione di perdersi, di smarrirsi, persino di annegare di qualcuno si è affiancata l'adesione di altri che sono riusciti ad entrare nel gioco, nelle spire della storia e seguirla passo passo fino ad un approdo chiaro e sereno, lì dove tutto si svela. L'autore stesso ha confermato che questa sperimentazione era nelle intenzioni del progetto e siamo stati soddisfatti di averne preso parte.
Una volta trovata la chiave di comprensione anche per il primo gruppo di lettori l'esperienza è stata molto coinvolgente e nel corso della discussione quel risveglio si è fatto chiaro ed evidente.
Sono molti i temi trattati in quest'opera che si sviluppa su tre piani temporali: un passato storico, un presente narrativo e futuro distopico che dà l'avvio al romanzo.
Nel prologo si avverte la passione per la cinematografia, lo stile è straniante e proietta il lettore in un mondo altro per poi abbandonarlo e salvarlo subito dopo in una storia parallela in cui si fa la conoscenza di Lorenzo e Alberto due amici le cui storie dapprima affiancate e accomunate dalla lavorazione di un film sulla fine del nazismo e sui principi che lo reggevano, subiranno una cesura con la sparizione di Lorenzo. Si segue così la vita del narratore (si scoprirà solo verso la fine il suo nome: Alberto) che all'inizio si mette alla ricerca dell'amico e poi si appropria della sua vita, del suo lavoro, della sua casa e persino di sua moglie vivendo una vita parallela che si scoprirà solo verso la fine non è quella reale.
L'oscillamento continuo della storia, se all'inizio può essere disturbante, mano a mano che si legge agisce sull'abitudine e ci si lascia velocemente trasportare in un ritmo che presto si scopre equilibrato nelle simmetrie: Alberto e Lorenzo, l'architetto Albert Speer e Joseph Mengele, il mondo di sotto e il mondo di sopra. Un dualismo che muove la prima domanda e che è anche forse il nucleo del romanzo: si può declinare il male? O in quanto tale va condannato senza riserve? I due personaggi Mengele e Speer, colpevoli entrambi delle stesse efferatezze, vivono la loro colpevolezza in modi differenti: il primo segue una linea coerente e sparisce con la sua valigia contenente la sua identità, il secondo resta presente ad un compromesso che mescola verità e bugia e che lo assolverà dopo qualche anno di carcere. Anche i protagonisti del romanzo sono antitetici rispetto alla coerenza del lavoro che stanno svolgendo. Lorenzo sceglie di sparire per restare fedele alle sue idee, Alberto accetta il compromesso della vita che gli si svolge davanti. Scomparire è un verbo predominante in questo testo per stessa ammissione dell'autore che ritrova questo istinto anche nella sua indole personale. Ci si interroga su quale sia lo sblocco a questa condizione, quando un uomo deve fare i conti con lo spazio e il tempo che occupa in questa vita. Ed è il messaggio finale del libro che ci dà la risposta: è il risveglio alla vita, e con essa al senso di responsabilità, la riemersione dal mondo di sotto, la spinta che ci fa lasciare il segno nel mondo, e che si realizza pienamente con il miracolo della nascita, l'evento che cambia identità ad un uomo facendolo diventare padre e in qualche modo radicandolo.
Si apre una parentesi, sulla scelta delle donne del romanzo di sottoporsi alla villocentesi e sulle reazioni di Alberto nei due momenti della storia, la prima aggressiva e la seconda accondiscendente e comprensiva. Può essere intesa anche questa una forma di selezione eugenetica, la stessa che si ritrova nel futuro dispotico, e che ci angoscia così tanto? è paragonabile? ci si chiede, e la risposta lascia molti dubbi.
Nel prosieguo della discussione si fa sempre più chiara l'architettura del libro tanto che riusciamo a muoverci tra i mondi in modo più agevole, l'architettura è molto presente in questa opera, tre sono i protagonisti che si occupano di questa disciplina così affascinante e così ricca di sfumature, la passione per questa arte si ritrova in pagine dalle descrizioni molto belle e quasi poetiche sul valore del tempo e sulla sua accettazione dei segni visibili; ricorre le parola crepa molte volte e diverse sono le occasioni di "vedere" rovine, usura, consunzione.
E' stato molto interessante l'uso della lingua e la diversità degli stili utilizzati, hanno aiutato lo trasmigramento da un piano all'altro, descrizioni accurate e particolari, pagine raffinate, dettagli introspettivi, immagini più crude e calate nel reale, passaggi dalla prima alla terza persona, una sperimentazione linguistica che si è rivelata uno strumento all'interno del testo per la comprensione finale di un libro la cui complessità è un grande valore. La stessa complessità ha invitato ad una questione a margine della discussione che riguarda lo scenario attuale della letteratura, approfittando anche del ruolo di docente universitario del nostro autore: è ancora possibile una scrittura "leggera", la leggerezza di Calvino, per intenderci, quella capace di ironia e di malinconico abbandono o i tempi moderni e la ricerca editoriale attuale è proiettata in altre dimensioni? La tendenza sembra privilegiare la scrittura veloce e accattivante senza approfondimenti sostanziali. Ma il nostro gruppo si sa ama le controtendenze e qualche nome (Bolano, Sebald) è stato già fatto e sicuramente ci porterà ad altre corpose discussioni.
E visto che ci contraddistingue anche la capacità di analisi complessiva del libro che leggiamo ringraziamo la nostra libraia Nadia per l'esame dell'oggetto libro che fa un plauso a Terrarossa Edizioni per la scelta della carta, del formato del libro e per le scelte coraggiose sostenute con coerenza che producono piccoli capolavori come questo.
Le immagini contenute sono opera del lavoro prezioso e creativo di Oreste Sabadin #disegnaresuilibri