L'ITALIA DI DANTE. Viaggio nel paese della Commedia
GIULIO FERRONI
LA NAVE DI TESEO 2019
In collaborazione con Società Dante Alighieri
Immagine di copertina: "Terre separate" - Tullio
Pericoli
Come non dedicare un pensiero al nostro Paese alla fine di questo
anno così infausto e difficile, alla nostra Italia, "nave sanza nocchiere in
gran tempesta".
Per farlo e per ricordarci la sua eterna bellezza mi sono affidata alla lettura dell'imponente opera di Giulio Ferroni che in poco più di 1200 pagine ci accompagna con la leggerezza del suo passo in un magnifico viaggio nel "bel paese là dove ’sì suona". Un diario quello di Ferroni, professore emerito della Sapienza, storico della lingua e della letteratura italiana e grande cultore di Dante, che ripercorre tutti i luoghi vissuti dall'autore della Commedia (quelli visitati direttamente e quelli nominati nell'opera) e ci restituisce così, la bellezza e la grandezza di Roma, l'importanza di Napoli, patria del sommo poeta Virgilio, l'amato splendore della sua Firenze, ma anche i luoghi remoti dell'Umbria e del Lazio, della Puglia, della Romagna e di Ravenna, la Calabria e la Sicilia, fino ad arrivare ai nostri territori: Feltre, Verona, Vicenza, il Garda "il laco a piè dell'Alpe che serra Lamagna sovra Tiralli c'ha nome Benaco" e il magnifico arco alpino.
Le pagine dedicate a Venezia, vuoi per vicinanza vuoi per la favolosa meta, hanno un sapore poetico nostalgico (Dante vi fece il suo ultimo viaggio nel 1321) e familiare "Ma s'io fosse fuggito invr' la Mira quando fu' sovragiunto ad Oriaco".
L'autore si muove poi verso la Pianura Padana con le sue città e si dirige
verso il versante Tirrenico tornando a Fiesole. In questo peregrinare moderno
quello che rende piacevolissima la lettura è il continuo saliscendi tra contemporaneità
dei luoghi visitati e i rimandi letterari con le frequentissime citazioni
storiche artistiche, gli approfondimenti linguistici, tutto così sapientemente
dosato e calibrato.
Un lavoro eccezionale di riscoperta di luoghi anche sconosciuti che ci intrigano e ci invitano ad essere visitati. Si ha la percezione che nonostante l'enorme distanza tra l'osservazione di chi racconta e il tempo vissuto del poeta se qualcosa ha persistenza è il risultato della lentezza del lavoro svolto dagli artigiani (in senso lato) di questo paese per raggiungere tanta bellezza, una bellezza che questo viaggio ci raccomanda di salvaguardare.
E' stata una
splendida scoperta rileggere dei passi della Divina Commedia così geografici e così
concreti, precisi nell'identificazione dei luoghi pur rispondendo alla metrica
della grande opera letteraria. La distanza tra il viaggio dantesco e quello di
Ferroni sembra annullarsi nei nomi delle città e delle opere architettoniche, è la nominazione concreta che sovrappone il passato e il presente.
Molto attuale anche la sovrapposizione dell'oscuro, dell'aspetto più lugubre e sporco dell'Italia ben presente ai tempi di Dante e ugualmente esposto anche oggi, le stesse lacerazioni, le stesse ombre, le stesse sozzure, ma è proprio attraverso l'Inferno che si raggiunge il Paradiso e forse è agendo sulle nostre ombre che possiamo recuperare la grande bellezza della nostra Italia.
L'anno
prossimo sarà l'anniversario della morte di Dante e allora un viaggio nei suoi
luoghi è doveroso.
E il nostro
blog sarà lieto di raccoglierne i diari
Suggerimento:
https://viaggi.corriere.it/itinerari-e-luoghi/cammino-di-dante-le-tappe-trekking/
Micaela