UN EREMO NON E' UN GUSCIO DI LUMACA
Autore: Adriana Zarri
Editore: Einaudi 2011
“Qualcuno dice che mi sono “ritirata” in un eremo; e io
puntualmente reagisco. Un eremo non è un guscio di lumaca, e io non mi ci sono
rinchiusa; ho solo scelto di vivere la fraternità in solitudine. E lo preciso
puntigliosamente per rispondere all’obiezione che concepisce questa solitudine
come un tagliarsi fuori dal contesto comunitario. E invece no. L’isolamento è
un tagliarsi fuori ma la solitudine è un vivere dentro”
Adriana Zarri, teologa, scrittrice, eremita, morta nel novembre
2010.
Di lei avevo il ricordo legato
alla trasmissione “Samarcanda” di Michele Santoro; l’ho ritrovata
casualmente parecchi anni dopo grazie al suo ultimo libro Un eremo non
è un guscio di lumaca” (Einaudi 2011)
La
bella prefazione, curata da Rossana Rossanda, narra ne “Le mie ore con Adriana”
il loro rapporto fatto di amicizia e stima.
Erba della
mia erba costituisce la parte centrale del libro, già
pubblicato nel 1981.
E
altri resoconti di vita sono testi più recenti che Zarri
ha recuperato tra suoi scritti mai pubblicati prima.
Il
marzo delle primule è la terza ed ultima parte, composta nel 2010 una sorta di
dialogo con se stessa.
L’eremo, che sia la cascina del Molinasso dove trascorre gli anni
più belli della sua vita oppure Cà Sàssino dove ad accoglierla trova anemoni
bianchi, è sempre un luogo della vita e dell’anima, dove studio, meditazione e
lavoro sono mescolati.
La
genuinità del racconto delle sue giornate di eremita si nutre della profondità
delle riflessioni. Il ritmo delle stagioni, la vita, la natura, l’esperienza
del silenzio e del vivere solitario
vengono raccontati nella quotidianità di incontri, speranze, paure.
Ogni capitolo è un quadro di umanità e natura, scandito dai suoni
e dai silenzi, dal mutare delle stagioni con le nebbie autunnali e il canto
degli uccelli in primavera.
La sua è una scrittura rigorosa e poetica, intimamente
ascetica.
È un libro che va letto con lentezza, lasciato e ripreso più volte
per dare il tempo ai pensieri di trovare il loro percorso.