24 aprile 2021

Libro del mese di Marzo 2021 - Gita al faro - Virginia Woolf

 

Titolo: GITA AL FARO

Autore: VIRGINIA WOOLF

Editore: Einaudi 2014  

Traduzione: Anna Nadotti

I Edizione: 1927

Virginia Woolf. Già nel pronunciarne il nome compare rispetto e deferenza. Il talento di questa scrittrice si percepisce fin dalle prime parole di qualunque sua opera. Ha quel modo geniale e unico di aprire il sipario e presentarti la vita così come sta accadendo senza premesse, senza spiegazioni. E fin dalle prime frasi, ci si trova tra i protagonisti, si ascoltano i loro dialoghi, si osservano gli spostamenti, le espressioni, si interpretano le posture, i pensieri.

E' il secondo romanzo di Woolf di cui parliamo nel nostro gruppo e come per Mrs Dalloway anche per Gita al Faro i commenti sull'eccellenza che la scrittura dell'autrice raggiunge sono indiscutibili. Parlare dei suoi romanzi apre porte e mondi, disegna linee del tempo variabili, ci trascina fuori e ci ricaccia dentro, ci pone davanti rivelazioni e universali incertezze. E lo fa raccontando episodi semplici di vita quotidiana. Ecco che una gita diventa metafora della vita che passa e  del suo svolgimento. Uno svolgimento che prevede in questa opera, tre atti e la presenza di diversi personaggi ognuno dei quali pare dire "Virginia c'est moi".

Il luogo di inizio è una casa di vacanza con un'ampia finestra che proietta all'orizzonte una costruzione magica e misteriosa: un faro. Nel mezzo quel TO particella che, in lingua inglese, apre a diverse ipotesi: Moto a luogo,  stato in luogo o piuttosto dedica? E' Anna Nadotti a scegliere di intitolare la versione italiana Gita al faro sciogliendo il dubbio interpretativo e lasciando prevalere l'idea del movimento sulla staticità presente nella traduzione di Fusini (Al faro). Al di là delle due versioni non si può negare che l'insieme di richiami acustici ce descrizioni accurate che troviamo disseminati nelle pagine ne fa un'elegia del ricordo e una dedica ad un luogo amato.

Il romanzo narra le vicende di una famiglia e dei suoi amici nell'arco di un decennio,  un decennio fondamentale perché vede abbattersi sul mondo  un evento enorme: la I grande guerra. I protagonisti sono un padre, uomo autoritario, rigido e autocentrato, una madre, donna bellissima dolce, accondiscendente che emana però stanchezza, i figli e una serie di personaggi che li accompagnano durante le vacanze nella loro dimora nell'isola di Skye. I protagonisti danno vita ai tre atti, il primo e il terzo ampi, il secondo che lega i due, brevissimo, svelante alcuni particolari fondamentali.

Fin dal meraviglioso incipit appaiono i tratti fondamentali della scrittura di Woolf e possiamo azzardare che in quella prima pagina vi sia già tutto il significato del romanzo che inizia con il  desiderio del giovane Ramsay di andare in gita l'indomani, un desiderio che si colora di speranza nelle parole della mamma e con la stessa intensità si scolora nelle parole del padre che afferma con certezza l'impossibilità dell'uscita per il cattivo tempo. Già dalla prima pagina, poi, fa la sua comparsa una grande protagonista: la luce che pervaderà tutto il romanzo illuminando di volta in volta i punti di vista.

Nella stessa pagina vi è tutta la poesia degli oggetti immateriali descritti in modo incantevole dall'autrice che sa dare animo e vita ad una carriola, ad una falciatrice, ad un frigorifero. 

"Così James Ramsay, seduto sul pavimento a ritagliare le figure del catalogo illustrato dei Magazzini dell'Esercito e della Marina, quando sua madre parlò, sulla figura di un frigorifero riversò beatitudine paradisiaca. Era contornata di gioia. La carriola, la flaciatrice, la musica dei  pioppi, foglie biancheggianti prima della pioggia, cornacchie gracchianti, ginestre sbatacchianti, vestiti fruscianti". Oggetti che si caricano di esperienze che sopravvivono agli eventi e che si personalizzano.

Una delle scene che appartengono a questa prima parte che ha colpito tutti partecipanti  contiene già il concetto del movimento parola fondamentale per comprendere un'opera che svolge le scene quasi come ci fosse una macchina da presa, persone che si spostano, occhi che si parlano incontrandosi, una visione innovativa nella stesura di un romanzo di quell'epoca.

Il ritmo dello scorrere del tempo in questo romanzo obbedisce alla straordinaria capacità dell'autrice di dilatare e restringere a piacimento le scene di vita. Basti pensare che nelle poche pagine della seconda parte avviene un evento mondiale come la I guerra mondiale,  muore la protagonista femminile della storia Mrs Ramsay, muoiono due figli, uno a causa dell'esplosione di una bomba e una di parto, si disgrega una famiglia. Passano ben 10 anni dall'unico giorno raccontato nella prima corposa parte e il giorno della gita.  Gli eventi che succedono in questi anni benché importantissimi vengono collocati nell'immobilità di due parentesi quadre, e dentro questo spazio avvengono fatti tragici, morti violente, cruente esplosioni, il piano temporale viene quasi violentato da questi inserti  brutali.

Nella terza parte riappare la casa, stavolta svuotata dalle relazioni, svuotata dagli oggetti dove il vedovo Mr Ramsay torna con gli stessi amici con  due dei figli con l'intento di fare quella Gita incompiuta dieci anni prima. In tutto questo tempo una vecchia donna ne ha custodito la presenza in modo decisamente trascurato ma all'annuncio del ritorno dei proprietari torna e rimette tutto apposto. Nelle azioni e nelle parole della signora abbiamo colto il lavoro dignitoso della classe più umile e anche in questo messaggio è evidente l'originalità della scrittura di questa autrice sperimentale che  supera la  tradizione vittoriana e si proietta nel modernismo.  

Il ritorno della famiglia è finalizzato a realizzare quella gita, rimandata dieci anni prima ed è qui che si realizza il movimento (tanto amato da Woolf, osservatrice e camminatrice appassionata) e in quelle pagine si sente finalmente il mare, si vive il viaggio con lentezza: il tempo si perfeziona nell'evento.  Il passato rivissuto acquisisce peso diverso e una luce nuova nel ricordo.

"Girandosi, guardò la baia, e laggiù, certo, scivolando a intervalli regolari sulle onde, prima due lampi veloci, poi uno lungo e durevole, c'era la luce del Faro. L'avevano acceso."

Ci troviamo d'accordo nel definirlo un libro-mondo senza regole e forse senza un vero protagonista; tra i tanti attori che si muovono in queste scene ognuno occupato a trovare il suo ruolo nella storia e nel mondo alla fine nessuno sarà il vero protagonista, nessuno sarà l'eroe, si può dire forse che sarà il tempo a vincere su tutto  e sarà la pittrice Lilly Briscol nel tracciare il segno finale della sua lunga opera d'arte a decretare che la bellezza salverà la storia di ognuno di loro. Apparentemente un libro duro, muscoloso, aspro, anche faticoso, fondato sull'introspezione dei personaggi, sulle particolari relazioni, sulla poesia che prevale su una trama che affronta dei temi coraggiosi ed audaci, la guerra e la frantumazione del passato, la scelta di non maritarsi di Lilly che preferisce l'arte al canone ordinario della vita, il conflitto femminile tra essere una buona madre e moglie e l'autoaffermazione dell'individuo donna.

Un romanzo apprezzato che rimarrà nei nostri ricordi letterari

Come di consueto elenchiamo qui gli approfondimenti e i suggerimenti citati nel corso dell'incontro.

"Possiedo la mia anima - il segreto di Virginia Woolf" di Nadia Fusini

Alla tavola di Virginia Woolf: Vita in casa di una scrittrice di Elisabetta Chicco Vitizzai

"Vi basta l'atlantico? Lettere tra Virginia Woolf e Lytton Strachey tra il 1906-1931", a cura di Chiara Valerio e Alessandro Giammei - Edizioni Nottetempo

"Leggere Woolf" di Sara Sullam

"Il canto del mondo reale" di Liliana Rampello

"Pensieri di pace durante un'incursione aerea" di Virginia Woolf

"Un eremo non è un guscio di lumaca" di Adriana Zarri

Infine una video lezione di Chiara Valerio

 

Arrivederci al mese prossimo con Dissipatio H.G. di Guido Morselli