3 aprile 2021

Consiglio di lettura di Aprile - Secondo - Un eremo non è un guscio di lumaca - Adriana Zarri

 

UN EREMO NON E' UN GUSCIO DI LUMACA

Autore: Adriana Zarri

Editore: Einaudi 2011

“Qualcuno dice che mi sono “ritirata” in un eremo; e io puntualmente reagisco. Un eremo non è un guscio di lumaca, e io non mi ci sono rinchiusa; ho solo scelto di vivere la fraternità in solitudine. E lo preciso puntigliosamente per rispondere all’obiezione che concepisce questa solitudine come un tagliarsi fuori dal contesto comunitario. E invece no. L’isolamento è un tagliarsi fuori ma la solitudine è un vivere dentro” 

Adriana Zarri, teologa, scrittrice, eremita, morta nel novembre 2010.

 Di lei avevo il ricordo legato alla trasmissione “Samarcanda” di Michele Santoro; l’ho ritrovata casualmente parecchi anni dopo grazie al suo ultimo libro Un eremo non è un guscio di lumaca” (Einaudi 2011)

La bella prefazione, curata da Rossana Rossanda, narra ne “Le mie ore con Adriana” il loro rapporto fatto di amicizia e stima.

 Erba della mia erba costituisce la parte centrale del libro, già pubblicato nel 1981.                 

E altri resoconti di vita sono testi più recenti che Zarri ha recuperato tra suoi scritti mai pubblicati prima.

Il marzo delle primule è la terza ed ultima parte, composta nel 2010 una sorta di dialogo con se stessa.

L’eremo, che sia la cascina del Molinasso dove trascorre gli anni più belli della sua vita oppure Cà Sàssino dove ad accoglierla trova anemoni bianchi, è sempre un luogo della vita e dell’anima, dove studio, meditazione e lavoro sono mescolati.

 La genuinità del racconto delle sue giornate di eremita si nutre della profondità delle riflessioni. Il ritmo delle stagioni, la vita, la natura, l’esperienza del silenzio e del  vivere solitario vengono raccontati nella quotidianità di incontri, speranze, paure.                           

Ogni capitolo è un quadro di umanità e natura, scandito dai suoni e dai silenzi, dal mutare delle stagioni con le nebbie autunnali e il canto degli uccelli in primavera.
La sua è una scrittura rigorosa e poetica, intimamente ascetica.

È un libro che va letto con lentezza, lasciato e ripreso più volte per dare il tempo ai pensieri di trovare il loro percorso.

Daniela