26 luglio 2018

9. CAMMINO FOGAZZARO

"Pensate un cornuto arcavolo mostruoso degli elefanti, invadente a muso basso l'ampia sua via, porto l'occipite del sole di sotto la soma di una piramide enorme, affondati i fianchi rigonfi nell'ombra. Così, fra le due strette valli incise dai fendenti di un dio, lo sperone che porta a Vena di Fonte alta si protende dalle radici di Picco Astore a fronteggiar con due corna il  grancavo di Villascura. Lassù nella loro cintura di abissi ondulano supini al cielo i pineti e i faggeti di Vena, macchiati di smeraldo chiaro dove il prato li rompe e dilaga, picchiettati di rosso e di bianco dove stormi di casucce si annidano"
Passeggiata sul cammino di Fogazzaro (Itinerario 9)
21 Luglio 2018
La passeggiata è stata accompagnata dall'esposizione delle opere di Meri Cornolò. Ringraziamo l'artista e Valentina Pettinà per la collaborazione nell'organizzazione dell'evento 
Letture da: "Piccolo mondo moderno"



"Una volta le parve  udir voci che le venissero incontro per la nebbia, si tose dal sentiero, sgomentata, con uno sforzo. Le voci si dileguarono. "Vuole aspettare un poco?" diss'ella affranta dallo sgomento e dallo sforzo. Passarono certi casolari e piegarono a destra in un picciol cavo ombreggiato di noci dove convergono altri sentieri e chiama con fioca dolente voce una sottile polla dell'Acqua Barbarena, cascando nella vasca ivi disposta per le mandre. Piero fece sedere Jeanne sul'orlo della vasca".

"Ella si alzò, si fece aiutare a scavalcare il muricciulo, si mise risolutamente, seguita da lui, nella macchia. Pochi passi per intricati rami, su pietroni affondati nei muschi, sconnessi dalle radici degli abeti e dei rododendri ed ecco, a destra e a sinistra, l'orribile Profondo, la mostruosa cintura di scogli, lunata e rientrante sotto le creste coronate di abeti, come una colossale onda che frangendo si rovescia all'indietro; ecco Rio Freddo, il pauroso confine del paradiso verde di Vena, la Vale dell'Ombra della Morte. Jeanne mise il piede sopra un lastrone sporgente fra gli abissi. Piero l'afferrò alla vita ed ella si rovesciò indietro alle sue braccia, chiudendo gli occhi. La strinse a sè, la coperse, tacendo sempre, di carezze così violente, che Jeanne, atterrita, supplicò "no,no,no". Allora il giovine, di botto, lottando con se stesso, ristette; ella gli gusciò dalle braccia e scavalcato il muricciolo, saltò dalla macchia sul prato aperto"